Il libro raccoglie una nutrita selezione di corrispondenza ricevuta da Maurizio Nannucci dagli anni Sessanta a oggi. Sono centinaia di cartoline, lettere e telegrammi dei numerosi artisti con i quali l’artista è entrato in contatto nel tempo. Vengono qui pubblicati solo gli invii postali, escludendo la sua sterminata corrispondenza di fax ed email degli anni Duemila.
I primi documenti, dal telegramma di Giacometti del 1963 alle lettere di Emilio Vedova dello stesso anno, erano legati ad articoli che Nannucci pubblicava su alcune riviste d’arte, proponendo il lavoro di maestri delle generazioni precedenti, una sorta di hommage ad alcune figure di riferimento. In seguito, negli anni Settanta, lo scambio epistolare divenne per Nannucci lo strumento principe per partecipare e promuovere un network indipendente tra artisti che condividevano con lui un nuovo approccio per una pratica d’arte antiaccademica e sperimentale. Questa intensa circolazione di idee e opere è stata per Nannucci l’opportunità per la creazione di artist-run spaces, per l’organizzazione di mostre e di progetti editoriali, come per la pubblicazione di libri d’artista, riviste, multipli e antologie sonore, attorno alle quali raccolse un numero rilevante di contributi di artisti dell’avanguardia internazionale, da Ed Ruscha a John Cage e John Baldessari, da Giulio Paolini e Alighiero Boetti a Maurizio Cattelan... Ma con alcuni artisti, come Michael Snow, Hans Peter Feldmann, Eugen Gomringer, Yoko Ono, John Giorno, Robert Barry, Herman de Vries, Henri Chopin, Ben Vautier, Dieter Roth, Robert Lax, Dorothy Iannone, Maurizio Mochetti, Richard Long, Franco Vaccari, Niele Toroni, Ulises Carriòn, Augusto de Campos, Markus Raetz, Antoni Muntadas, intrecciò scambi costanti che lo portarono a continui rapporti di collaborazione. Con altri, come Robert Filliou, Ian Hamilton…