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Cos'è il Kamishibai?

A metà strada tra libro e teatro ambulante


Cos'è il Kamishibai?

Il Kamishibai era una forma di narrazione itinerante fatta di immagini e parole, sviluppatasi in Giappone tra il 1920 e il 1970, letteralmente significa teatro di carta, dal giapponese Kami (carta) e Shibai (teatro).
Si definiva itinerante perchè il narratore si spostava di villaggio in villaggio su una bicicletta in cui trasportava una sorta di cartella scolastica di legno, che una volta aperta si trasformava nel proscenio di un teatrino, il Butai.
Butai è il nome corretto della struttura in legno che siamo abituati a vedere e che ospita a sua volta le tavole Kamishibai.


Gli antichi narratori giapponesi raccontavano storie di animali, mostri, personaggi fantastici e bambini. A volte montavano sulla bici piccoli strumenti musicali a percussioni o gong, che usavano durante la narrazione. In realtà il Kamishibai tradizionale non prevede l'uso degli strumenti musicali , ma soltanto l'utilizzo di due bacchette di legno legate da un cordoncino, l'Hyoshigi, che il narratore percuote, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente, per annunciare l' inizio dello spettacolo.


Roberto Manuzzi, docente di musica e saxofonista, ha invece personalizzato i suoi "spettacoli" kamishibai, aggiungendo tantissimi strumenti musicali di piccole dimensioni che porta con sè, sul portapacchi della bici, in una cassettina insieme al teatrino. Simpaticissimo il suo Campanello da reception che usa ad ogni  cambio tavola, quando nella storia appare una tempesta o un mare burrascoso, tira fuori un tamburo con del riso dentro, e se scoppia un temporale usa un piccolo tamburo con una lunga molla di metallo che riproduce fedelmente il rumore dei tuoni e ci assicura che i bimbi si girano a guardare il cielo preoccupati, fa arrivare pure la pioggia accompagnadosi con un bastone della pioggia. Questi sono solo alcuni degli strumenti che Manuzzi usa per animare i suoi racconti e generare continuo stupore e meraviglia nel suo piccolo pubblico.

Le tavole Kamishibai hanno una grandezza media di un fogio A3, sul quale compare l' illustrazione rivolta verso il pubblico e il testo sul retro, preferibilmente con caratteri grandi e una piccola immagine che riprende quella che si sta leggendo. Le tavole sono numerate, ed è un aspetto fondamentale, poichè in ognuna di esse c'è il testo che si riferisce all' illustrazione successiva.

Il teatrino in legno (butai), ospita questi bellissimi cartoncini tramite un'apertura laterale, e anche dietro è aperto in modo da permettere la letttura delle tavole, mentre davanti appare inizialmente chiuso da due antine che si aprono appena inizia lo spettacolo. Completa la struttura un arcoscenico superiore che rafforza la dimensione teatrale della lettura. Il Butai è importantissimo per la buona riuscita della narrazione, perchè inquadra bene l'immagine e focalizza l'attenzione del pubblico sull'illustrazione, separa inoltre in modo netto il mondo reale da quello della finzione.

Il Butai può diventare anche scenario del teatrino delle ombre, basta fissare con del nastro adesivo della carta opaca sulla parte posteriore del teatrino, posizionare un faretto dietro che illumini tutto lo schermo e infine munirsi di qualsiasi sagoma di cartoncino nero fissata ad un bastoncino di almeno 20 cm, e il gioco è fatto.

Come possiamo immaginare, questa modalità di narrazione non può che generare meraviglia negli occhi di grandi e piccini, con la sua semplicità e il suo modo familiare di presentarsi, il Kamishibai è un invito all'ascolto emozionante e imperdibile.


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